Google Hummingbird e la ricerca semantica
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- Creato Giovedì, 23 Gennaio 2014 09:48
- Scritto da Fabrizio Maddalena
Chi lavora in campo SEO sa perfettamente che nel settembre dello scorso anno Google ha annunciato di aver adottato un nuovo algoritmo che regola il proprio motore di ricerca, denominato “Hummingbird” (Colibrì). Questo algoritmo è il primo vero passo verso la semantica del linguaggio naturale che avvicinerà sempre più la macchina all’uomo. Mentre agli albori di Internet era l’uomo che si doveva adattare alla macchina utilizzando il motore di ricerca attraverso parole-chiave e operatori booleani, il futuro è incentrato sulla interpretazione del linguaggio umano da parte della macchina in modo da rendere molto più naturale l’interazione.
Se si studia un po’ a fondo il comportamento che il famoso motore di ricerca ha negli ultimi mesi, si può notare come vi siano due grosse novità: la già citata interpretazione del linguaggio naturale e il superamento dei “blue links” sulla pagina dei risultati di ricerca (SERP). Analizziamoli dettagliatamente.
- Linguaggio naturale
Cos’hanno in comune Star Trek, 2001 odissea nello spazio e Alien? A parte essere film di fantascienza, tutti e tre hanno un computer che interagisce con l’essere umano in una modalità che è propria di quest’ultimo. Possiamo dire che questo tipo di interazione è tipica di qualsiasi film di fantascienza e la cosa è abbastanza normale visto che è l’uomo che ha inventato la macchina e non viceversa. Quanto sono lontani i tempi delle schede perforate! Il futuro è questo e non è un caso che grosse aziende come Apple e Google ci stiano investendo milioni di dollari.
- Un po' di storia
Chi ha vissuto la prima era di Internet sa che in principio c’era Yahoo! e la sua directory, la quale era basata su un lavoro certosino di migliaia di persone specializzate, chiamate “surfer”, che scoprivano, controllavano e catalogavano decine di migliaia di siti ogni giorno. Ovviamente, considerata l’esplosione che ha avuto la Rete negli anni a seguire, un meccanismo del genere non era assolutamente sostenibile. Fu per questo motivo che presero piede i cosiddetti “Motori di ricerca”, i quali utilizzavano degli speciali programmi chiamati “spider” per indicizzare le diverse pagine web. Una volta indicizzate queste pagine dovevano anche essere mostrate secondo un criterio che dipendeva da ciò che l’utente cercava e a questo pensavano appositi algoritmi che “andavano a leggere” i contenuti della pagina ma anche gli appositi tag propri dell’html (il meta-tag “keywords” che ora è pressoché inutile ai fini del posizionamento, è stato inventato proprio per la catalogazione delle pagine web). All’epoca (e, almeno in parte, anche adesso) le parole-chiave erano di fatto l’unico modo per interfacciarsi col motore di ricerca: tu digitavi “meteo milano” e il risultato erano una serie di link a quei siti che contenevano pagine relative alle previsioni meteo nell’area di Milano.
- Hummingbird e la ricerca semantica
Hummingbird tenta di superare questo modus operandi introducendo, appunto, il linguaggio naturale: per interfacciarsi col motore di ricerca non si utilizzeranno più le parole-chiave ma il linguaggio proprio della nostra specie. Invece di “meteo milano”, dunque, si utilizzeranno espressioni complesse, ad esempio “che tempo farà domani a Milano?”. Addirittura è possibile omettere la località lasciando al sistema l’onere di capire la nostra posizione. Il sistema ragiona anche per conseguenza logica, per cui se, dopo aver cercato la query di cui sopra, si digita nel box di ricerca “e dopodomani?”, il sistema capisce che stiamo ancora cercando notizie sul meteo e ci restituirà risultati pertinenti. Questa modalità si sposa perfettamente con la ricerca vocale che Google sta sperimentando ormai da anni e che migliorerà ulteriormente l’interfaccia uomo-macchina.
- Superamento dei “blue links”
Come tutti gli utenti sanno, i motori di ricerca restituiscono sulla SERP una serie di link alle pagine presenti sulla Rete che meglio rispondono alla parola-chiave. Questo impone all’utente di effettuare un ulteriore click anche per quelle ricerche che potrebbero avere una risposta immediata. Pensiamo di nuovo alla query “che tempo farà domani?”: in passato digitandola nel box di ricerca avremmo avuto come risultato una serie di link a pagine specifiche contenute in siti specializzati in previsioni meteo. Con l’avvento di Hummingbird il sistema produce una risposta direttamente sulla SERP in grado di soddisfare la richiesta senza ulteriori click. La nuova versione di Google permette quindi di avere delle risposte direttamente sulla pagina dei risultati di ricerca, utilizzando un sistema di risposta simile a Wolfram Alpha, implementato però all’interno di una SERP tradizionale. Ciò permetterà all’utente di scegliere se fermarsi alla risposta diretta o cliccare su uno dei siti proposti dalla ricerca. Questa modifica della modalità di risposta è soprattutto filosofica: Google si sta trasformando da “motore di ricerca nel web” a “fornitore di risposte e soluzioni” restituite utilizzando lo sconfinato bacino di documenti presenti sul web.
Queste novità influiranno sicuramente sulla SEO che inevitabilmente evolverà in qualcosa di radicalmente diverso. Molti esperti SEO sottolineano come, tutto sommato, i metodi tradizionali (link building, ottimizzazione HTML, ecc.) continuano nonostante tutto a funzionare, ma questo è legato più al fatto che la maggior parte degli utenti utilizza al momento ancora il motore di ricerca con il classico sistema delle parole-chiave. Nel giro di qualche anno le ricerche che utilizzano il linguaggio naturale aumenteranno sensibilmente, anche grazie a strumenti come Apple Siri o come la ricerca vocale di Google. A quel punto i SEO più conservatori dovranno capitolare o soccombere schiacciati sotto il peso dell’evoluzione.
Image courtesy of jscreationzs / FreeDigitalPhotos.net
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