Come sarà la ricerca del futuro?
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- Creato Lunedì, 05 Ottobre 2015 07:41
- Scritto da Fabrizio Maddalena
« "Quarantadue!" urlò Loonquawl. "Questo è tutto ciò che sai dire dopo un lavoro di sette milioni e mezzo di anni?"
"Ho controllato molto approfonditamente," disse il computer, "e questa è sicuramente la risposta. Ad essere sinceri, penso che il problema sia che voi non abbiate mai saputo veramente qual è la domanda.” » (Douglas Adams, Guida galattica per gli autostoppisti).
Premessa: questo articolo è incasinato. Ho cercato di rileggerlo, correggerlo, cambiarlo e rifarlo ma il risultato è stato sempre quello di avere uno scritto molto poco fluido…sarà perché il futuro non è mai molto chiaro o forse solo perché in questo periodo è la mia testa a non esserlo...
Come sarà la ricerca del futuro? Me lo chiedo da quando ho cominciato a lavorare su Internet come Surfer per la directory di Yahoo! Italia. Correva l’anno 2000 e all’inizio del millennio era quello il servizio più utilizzato per cercare su Internet: un elenco ragionato di siti web selezionati da esseri umani chiamati, appunto, surfer. Poi è arrivato Google e il resto è storia…
La Search del futuro dicevamo…vediamo di tratteggiare una previsione in base alle novità lanciate negli ultimi anni e quelle a cui stanno lavorando i big del settore.
- 1) Ricerca semantica: Google ha ormai da tempo mosso i primi passi in quel immenso mare che è la ricerca semantica. Immenso perché questo tipo di ricerca è legata a doppio filo alla lingua e alla cultura tipiche di un determinato Paese. Abbiamo già parlato in passato delle caratteristiche di questo sistema che rivoluziona il modo col quale l’utente cerca una qualsiasi cosa su Internet: non siamo più noi che dobbiamo parlare con un linguaggio comprensibile al motore di ricerca ma è quest’ultimo che cerca di capire quello che noi vogliamo da lui. E del resto l’esplosione dei dispositivi mobili non fa altro che rendere necessario questo passaggio per riuscire a trovare qualcosa in maniera semplice ed intuitiva.
- 2) Il superamento dei blue link: contrariamente agli albori di Internet, al giorno d’oggi è più difficile che l’utente gradisca come risultato semplicemente una serie di link a siti vari che parlano dell’argomento interessato. La cosa non è passata inosservata a Google che ha subito adottato un sistema per presentare direttamente sulla SERP (pagina dei risultati di ricerca) la risposta ad alcune ricerche più frequenti. Si provi, ad esempio, a cercare “Chi è il Re del Belgio?” e troveremo in cima alla pagina una serie di informazioni su Filippo del Belgio che ci daranno direttamente la risposta che cercavamo, senza che noi ci si debba districare tra i vari siti proposti. In questo Google ha sicuramente preso ispirazione da Wolfram Alpha, un motore di ricerca lanciato qualche anno fa che come risultato propone proprio una risposta diretta alla domanda (consiglio vivamente di provarlo almeno una volta). Apple ha poi portato all’estremo questo tipo di servizio con il suo Siri: l’assistente virtuale che la società di cupertino ha incluso nei suoi device mobili si occupa proprio di dare una risposta rapida a quello che l’utente chiede, cercando su Internet ma anche sul device stesso. E questo ci introduce al terzo punto…
- 3) Ricerca universale: con la diffusione capillare dei dispositivi mobile è ovvio che la ricerca solamente su Internet non basta più. L’utente può aver bisogno di cercare un’informazione presente in locale sul proprio dispositivo (“qual è l’ultima annotazione che ho preso dal cliente?”) o persino attraverso una determinata applicazione (“quali treni sono in partenza per Venezia alle 20?” da ricercare attraverso le applicazioni di Trenitalia e di Italo). In questo campo Apple ha un vantaggio incredibile su Google, visto che ha tutta l’esperienza accumulata con Siri che potrebbe mettere a frutto su un servizio di ricerca che possa colmare questo gap. E la ricerca che ha appena lanciato per la nuova Apple TV la dice lunga sulla strada intrapresa.
- 4) Internet of Things e Big Data: non dimentichiamoci che il settore IOT così in espansione deve essere necessariamente tenuto in considerazione per sviluppare la ricerca del futuro. I nostri accessi alla Rete non si limiteranno ad arrivare dal computer, dallo smartphone e dai tablet, ma proverranno anche da frigoriferi, forni a microonde e chissà quale altro apparecchio di utilizzo comune. L’enorme mole di dati provenienti da tutti questi dispositivi dovrà poi essere processato per migliorare sempre più i risultati, quindi avremo bisogno di hardware e software adeguati.
E allora quale sarà la ricerca del futuro? Beh, sicuramente sarà una ricerca molto basata sull’utente e sul linguaggio naturale, fortemente personalizzata, dipendente dal device che si sta utilizzando ma non slegata dalle abitudini di ricerca dell'utente, che riesca a soddisfare le ricerche scandagliando non solo il web ma anche tutti i documenti presenti sul dispositivo. In pratica che possa dare direttamente una risposta alle domande poste, senza esitazione e senza proposte multiple. A mio parere quest'ultima, semplice caratteristica è quella su cui si baseranno gli sviluppi futuri delle diverse piattaforme di Search: la sfida è trovare un algoritmo che possa restituire all’utente esattamente quello che l’utente sta cercando. E non è forse questo quello che abbiamo sempre desiderato? Avere qualcuno che possa risolvere facilmente e direttamente i nostri problemi?
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